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Al MoRe Hack vince la voglia di innovazione

Al MoRe Hack vince la voglia di innovazione

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Voglia di innovare e partecipare. È stato anche questo MoRe Hack, il primo hackathon rivolto ai giovani studenti della provincia di Modena e Reggio Emilia per offrire nuovi spunti ed idee alle imprese e al piccolo commercio.

I vincitori

A vincere, un progetto volto al rilancio economico del centro storico.
La giuria, composta da imprenditori e funzionari Lapam oltre che dal Pro Rettore di Unimore, il professor Gianluca Marchi e da Marcella Gubitosa cofondatrice di Stars & Cows, ha infatti premiato tra i sei gruppi di under 35 partecipanti ‘Famar’, gruppo composto da Matteo Righi, Alessandra Caresani, Sergiu Dumbrava, Andrea Pradelli e Franco Pradelli, che ha elaborato un progetto basato su una app chiamata Rientro. L’idea è di promuovere il risparmio per gli acquisti nei negozi del centro storico con sistemi di incentivi, cashback e tramite il meccanismo del passaparola e del feedback, supportando l’impresa. Il team di Rientro, attraverso l’utilizzo dell’app, raccoglie inoltre dati statistici utili alla profilazione dei clienti e degli esercenti, fungendo da generatore di informazioni per enti pubblici, cittadini e privati.

Ma, in parole povere, cosa hanno fatto i circa 40 partecipanti all’hackaton Lapam?
I ragazzi, per la maggior parte studenti Unimore, hanno avuto 12 ore di tempo in due giorni durante le quali tra brainstorming e caffe, hanno sviluppato idee e creato presentazioni da esporre alla giuria. Due i temi: il rilancio del centro storico, appunto, e il networking tra imprese.

L’idea

L’hackathon è infatti un format diffuso negli Stati Uniti e che sta prendendo sempre più piede anche in Italia dove ragazzi e studenti suddivisi in gruppi si sfidano rispondendo a uno o più temi con progetti e idee.

La giuria sui è basata su quattro criteri: utilità e valore del progetto; attinenza agli obiettivi proposti; creatività, sostenibilità e innovatività; chiarezza e completezza della presentazione.

Il segretario Lapam, Carlo Alberto Rossi, chiosa: “Oggi gli hackathon possono essere non soltanto un driver per l’innovazione ma anche un’esperienza altamente formativa per i ragazzi, permettono infatti di allenare le soft skills, sempre più richieste nel mondo del lavoro. Queste competenze consistono nel saper comunicare in modo efficace, lavorare in team oltre che rispondere positivamente allo stress. La scommessa di realizzare un hackaton durante il MoRe Impresa Festival e dar modo ai giovani di esprimere idee e creatività, si è rivelata vincente”.